Entusiasti dalla nostra prima piccola avventura, l’anno seguente decidiamo di ripetere l'impresa, ma con le stesse premesse: nessun allenamento e obiettivo "arriviamo dove arriviamo".
Verso metà aprile la proposta non poteva mancare, così sento Enrico e dopo aver valutato assieme l'itinerario di massima, decidiamo di seguire alcune delle principali ciclabili venete, trentine e altoatesine. All'indomani della partenza, la domanda che mi pongo è sempre la stessa: "Quanti chilometri riusciremo a fare in totale, considerato che montiamo seriamente in bicicletta una sola volta l’anno?".
Ia TAPPA: Bassano del Grappa - Levico (70 km)
La comitiva è così formata: io, Enrico, Pippo, cui si aggiungono Andrea (quello allenato), Francesco, per tutti Checco (quello forte), e Nicola (il filosofo). Il morale è alto quando partiamo un venerdì di inizio maggio, nel primo pomeriggio, prendendo il treno da Venezia diretto a Bassano.
Una volta arrivati a destinazione, usciamo brevemente dal centro seguendo il corso del Brenta e ci incanaliamo lungo la ciclabile della Valsugana, arrivando verso sera, dopo circa 70km, in zona Levico Terme. Con qualche piccolo intoppo: la pedivella sinistra della mountain bike di Enrico si spezza senza preavviso, procurandogli un taglio sul polpaccio, per fortuna senza provocare pericolose cadute. Enrico, accompagnato dal solidale Nicola, torna quindi a Bassano per medicarsi e trovare un'officina dove farsi sostituire il blocco centrale. Ormai si è fatto tardi per loro, per cui decidono di saltare la prima tappa e raggiungerci via treno.
Il percorso della Valsugana è ben segnalato e panoramico, ideale per cicloturismo. La sera alloggiamo in un B&B a Barco, dove godiamo di un'ospitalità davvero inaspettata.
IIa TAPPA: Levico - Trento - Bolzano - Rio Pusteria (145km)
Alle prime salite Pippo spinge sui pedali e stacca il gruppo per scavallare per primo a Vigolo Vattaro, anche se un po' provato (errori giovanili!). La discesa per Trento è entusiasmante e una volta raggiunto il fondo valle ci immettiamo sulla pianeggiante ciclabile del Sole. Purtroppo il vento non ci è favorevole e per tenere un buon ritmo pedaliamo in fila, ben compatti, dandoci il turno per chi sta in testa.
La ciclabile è piuttosto affollata e i local non sembrano molto tollerare che ci fermiamo in mezzo alla strada, per mangiare una barretta o fare pipì. Dopo l'ennesimo "pistaaaa" Nicola, il filosofo, esordisce con una delle sue frasi storiche: "La strada è di chi la usa". Massima entrata subito negli annali.
Pranziamo a Bolzano, in piazza, seduti alla tavola di una sagra paesana (panino con salsiccia e crauti). Nel pomeriggio, con le panze piene, ci trasciniamo fino a Brixen, dove è doverosa una breve sosta e scattiamo qualche foto. Da lì in poi proseguiamo verso Fortezza, con qualche tratto di strada sterrata e non sempre agevole. Nicola è in sella ad una vecchia Cinelli e le sue ruote mal si adattano al fondo irregolare. Verso le 20:45 capitiamo in un piccolo e grazioso albergo a Rio Pusteria, dove ci fermiamo per la notte.
IIIa TAPPA: Rio Pusteria - Brunico - Dobbiamo - Cortina - Longarone (134km)
Ci svegliamo di buon mattino, la giornata è fresca e luminosa. L’umore torna alto, dopo la sfaticata del giorno precedente e l'amichevole competizione - se così si può chiamare, - aumenta. Dopo i primi 40km percorsi tutti assieme, Pippo e Nicola decidono di rallentare, così il gruppetto si divide. I restanti procedono speditamente fino a Brunico e giunti a Dobbiaco imboccano la statale per il passo Cima Banche, decidendo di evitare la ciclabile, che in alcuni tratti sterrati risulta poco praticabile.
A pochi chilometri dal valico scatta la classica volata. Nell'ordine di arrivo: Andrea, Checco e poco più indietro io ed Enrico, che per non esser da meno spingiamo al massimo e tagliamo assieme questa modesta (ma non per noi) tappa di montagna.
Scendendo verso Cortina, percorriamo la ciclabile delle Dolomiti, strada già salita l’anno precedente e occasione per ricordare i bei momenti trascorsi assieme. Percorriamo tutta la Cavallera e la statale lungo la Piave a ritmo costante, fino a guadagnare la meta finale di Longarone alle 7.00 di sera, giusto in tempo per agguantare l'ultimo treno.
Un'ultima domanda: ma che fine avranno fatto i due dispersi?
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