Visualizzazione post con etichetta bibicletta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta bibicletta. Mostra tutti i post

venerdì 8 ottobre 2021

Pedalata gigante 2017

Un racconto di Franz.

Entusiasti dalla nostra prima piccola avventura, l’anno seguente decidiamo di ripetere l'impresa, ma con le stesse premesse: nessun allenamento e obiettivo "arriviamo dove arriviamo". 

Verso metà aprile la proposta non poteva mancare, così sento Enrico e dopo aver valutato assieme l'itinerario di massima, decidiamo di seguire alcune delle principali ciclabili venete, trentine e altoatesine. All'indomani della partenza, la domanda che mi pongo è sempre la stessa: "Quanti chilometri riusciremo a fare in totale, considerato che montiamo seriamente in bicicletta una sola volta l’anno?".




Ia TAPPA: Bassano del Grappa - Levico (70 km)

La comitiva è così formata: io, Enrico, Pippo, cui si aggiungono Andrea (quello allenato), Francesco, per tutti Checco (quello forte), e Nicola (il filosofo). Il morale è alto quando partiamo un venerdì di inizio maggio, nel primo pomeriggio, prendendo il treno da Venezia diretto a Bassano.

Una volta arrivati a destinazione, usciamo brevemente dal centro seguendo il corso del Brenta e ci incanaliamo lungo la ciclabile della Valsugana, arrivando verso sera, dopo circa 70km, in zona Levico Terme. Con qualche piccolo intoppo: la pedivella sinistra della mountain bike di Enrico si spezza senza preavviso, procurandogli un taglio sul polpaccio, per fortuna senza provocare pericolose cadute. Enrico, accompagnato dal solidale Nicola, torna quindi a Bassano per medicarsi e trovare un'officina dove farsi sostituire il blocco centrale. Ormai si è fatto tardi per loro, per cui decidono di saltare la prima tappa e raggiungerci via treno.


Il percorso della Valsugana è ben segnalato e panoramico, ideale per cicloturismo. La sera alloggiamo in un B&B a Barco, dove godiamo di un'ospitalità davvero inaspettata.



IIa TAPPA: Levico - Trento - Bolzano - Rio Pusteria (145km)

Alle prime salite Pippo spinge sui pedali e stacca il gruppo per scavallare per primo a Vigolo Vattaro, anche se un po' provato (errori giovanili!). La discesa per Trento è entusiasmante e una volta raggiunto il fondo valle ci immettiamo sulla pianeggiante ciclabile del Sole. Purtroppo il vento non ci è favorevole e per tenere un buon ritmo pedaliamo in fila, ben compatti, dandoci il turno per chi sta in testa. 

La ciclabile è piuttosto affollata e i local non sembrano molto tollerare che ci fermiamo in mezzo alla strada, per mangiare una barretta o fare pipì. Dopo l'ennesimo "pistaaaa" Nicola, il filosofo, esordisce con una delle sue frasi storiche: "La strada è di chi la usa". Massima entrata subito negli annali. 


Pranziamo a Bolzano, in piazza, seduti alla tavola di una sagra paesana (panino con salsiccia e crauti). Nel pomeriggio, con le panze piene, ci trasciniamo fino a Brixen, dove è doverosa una breve sosta e scattiamo qualche foto. Da lì in poi proseguiamo verso Fortezza, con qualche tratto di strada sterrata e non sempre agevole. Nicola è in sella ad una vecchia Cinelli e le sue ruote mal si adattano al fondo irregolare. Verso le 20:45 capitiamo in un piccolo e grazioso albergo a Rio Pusteria, dove ci fermiamo per la notte.



IIIa TAPPA: Rio Pusteria - Brunico - Dobbiamo - Cortina - Longarone (134km)

Ci svegliamo di buon mattino, la giornata è fresca e luminosa. L’umore torna alto, dopo la sfaticata del giorno precedente e l'amichevole competizione - se così si può chiamare, - aumenta. Dopo i primi 40km percorsi tutti assieme, Pippo e Nicola decidono di rallentare, così il gruppetto si divide. I restanti procedono speditamente fino a Brunico e giunti a Dobbiaco imboccano la statale per il passo Cima Banche, decidendo di evitare la ciclabile, che in alcuni tratti sterrati risulta poco praticabile.
 

A pochi chilometri dal valico scatta la classica volata. Nell'ordine di arrivo: Andrea, Checco e poco più indietro io ed Enrico, che per non esser da meno spingiamo al massimo e tagliamo assieme questa modesta (ma non per noi) tappa di montagna.



Scendendo verso Cortina, percorriamo la ciclabile delle Dolomiti, strada già salita l’anno precedente e occasione per ricordare i bei momenti trascorsi assieme. Percorriamo tutta la Cavallera e la statale lungo la Piave a ritmo costante, fino a guadagnare la meta finale di Longarone alle 7.00 di sera, giusto in tempo per agguantare l'ultimo treno.

Un'ultima domanda: ma che fine avranno fatto i due dispersi?

giovedì 30 settembre 2021

Pedalata gigante 2016

Un racconto di Franz.

Correva l'anno 2016, tutto ebbe inizio in una serata come tante, tra un boulder e una birretta cazzeggiando in giro per Venezia. Guardo Enrico e gli dico: "Ma perché non facciamo un giro in bicicletta un giorno di questi? Magari fino a San Vito di Cadore? C’è la ciclabile Venezia-Monaco che passa per Cortina d'Ampezzo".
Lui, che dice sempre che sono un matto, mi fa: "Franz, non siamo assolutamente allenati. Quando partiamo?".

Scapellati come eravamo, con le prime biciclette trovate in cantina, fissiamo la data di partenza per un'alba di fine Maggio, zaini in spalla e tanto ottimismo. All'appello siamo noi due, Pippo (il più giovane e all'epoca la mascotte del gruppo) e l'amico Piero. Praticamente la compagnia del panèo (n.d.r in italiano "pannello", gergalmente la palestra d'arrampicata di Sant'Alvise a Venezia, dove ci siamo conosciuti tutti).


Ia TAPPA
Destinazione? Arriviamo dove arriviamo.

Inforcate le biciclette e superato il Ponte della Libertà, attraversiamo il desolato centro di Mestre per raggiungere il Terraglio che ci porterà dritti dritti fino a Treviso. Aggirato il centro intorno alle storiche mura, per evitare le arterie principali che cominciavano ad essere trafficate, ci avventuriamo in un dedalo di stradine secondarie a nord della "marca gioiosa", passando per Arcade, fino a raggiungere località ponte della Priula. 
Da Conegliano raggiungiamo poi Vittorio Veneto, pedalando sulla irta dorsale di via Marcorà (Ogliano), dove iniziamo davvero a scaldare i motori.

Il tempo non è dei migliori, per cui dopo una piccola sosta alla base della scalina di Santa Augusta, decidiamo di muoverci in fretta verso il Fadalto. Alle prime salite il nostro trenino di biciclette si allunga fino a disperdersi. Ognuno col suo ritmo, infine, ci ritroviamo al passo sotto un diluvio proverbialmente universale, che ci constringe a fare tappa presso uno dei ristoranti locali. 
Una volta passato l'acquazzone decidiamo di scendere per la destra orografica del lago di Santa Croce. Stanchi e infreddoliti e completamente inzuppati arriviamo a Longarone, dove decidiamo di fermarci per la notte.

Troviamo un accogliente B&B, Casa Gilda, perfetto per chi vuole fare cicloturismo. I proprietari sono molto disponibili, camere pulite e colazione abbondante.

Totale 114km


IIa TAPPA
Partiamo di buonora lungo la ciclabile che costeggia la Piave e che tra paesi semi abbandonati ci porta a Perarolo di Cadore, ai piedi della famigerata Cavallera, dove ingaggiamo un'insensata sfida a perdifiato per arrivare sfiniti a Sottocastello. Di lì, seguitiamo a pedalare comodamente sulla bella ciclabile delle Dolomiti, fino a raggiungere San Vito di Cadore verso l'ora di pranzo.
 
Dopo una breve sosta, una birretta e qualche foto, decidiamo di tornare in pianura, con la solita destinazione: arriviamo dove arriviamo.

Affrontiamo lo stesso percorso dell'andata, decidendo da Longarone per la sinistra Piave. Saliamo il Fadalto sotto l'ennesimo diluvio, questa volta davvero fradici, decidendo di fermarci a dormire a Tarzo (Vittorio Veneto), dove ci raggiungono per la sera amici e morose.

Totale 126km


IIIa TAPPA
Il giorno seguente partiamo nel pomeriggio, con gran calma puntando a Treviso, per poi rientrare a Venezia via treno.

Totale 40,5km



Sul Ponte della Libertà

Ce la faremo?

Campagne

Gesti che parlano da soli

Il prosecco

Vittorio Veneto

Il nostro B&B preferito

Lungo la Piave

Il nostro piccolo traguardo 


San Vito di Cadore

L'arrivo a Treviso