Resoconto di Enrico & Pippo.
La Rota è quello che fa per voi.
Consigliati da Edy, che con la moglie Tania gestisce il summenzionato rifugio, decidiamo di approcciare questa alternativa via di salita praticata dai soli local, che ne conoscono il recondito accesso.
L’itinerario si svolge attraverso un bosco pensile, tra brevi risalti erbosi e ripidi pendii, sfruttando le debolezze della parete in località La Rota, sottostante il Col De Chi De Os.
Benché ci sia da metter giù le mani solo in un paio di punti, la salita è piuttosto faticosa, con un paio di traversi poco esposti dove è necessario avere passo fermo.
Al lettore non vogliamo svelare con troppe immagini l’originalità del percorso, che va individuato con un po’ di intuito, nonostante segnalato da vecchi bolli rossi cerchiarti di azzurro. Preferiamo infatti lasciare all’esperienza diretta la scoperta di questa simpatica alternativa, limitandoci ad una descrizione sommaria.
Parcheggiare l’auto in località Baita Sunbar e imboccare la strada forestale che costeggia il Rio Secco, a sinistra del capanno che ospita mezzi e macchine ad uso impianti sciistici. Dopo aver attraversato il ruscelletto, continuare sul percorso principale fino a raggiungere un albero (sx) con indicazioni per i rifugi Scotter e San Marco. Dalla biforcazione prendere la ripida strada che si diparte sulla sinistra (all'inizio non segnalata).
Si salgono le prime rampate senza esitazione, fino a quando la pista si trasforma in sentiero che sale a serpentine per radure ombrose, puntando alla parete di cui si intravedono, attraverso gli alberi, i tratti rocciosi. La necessità di aggirare qualche albero caduto può far perdere la traccia, ma che tutto sommato si snoda in modo abbastanza logico, basterà non perdere d’occhio gli sbiaditi segnavia che si trovano qua e là.
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